Fase due: estetiste, “Tra sanificazione, materiali monouso e appuntamenti distanziati margini dimezzati”

“L’estetica ha riaperto i suoi centri, ma per molti non è ripresa: i costi del materiale monouso, il ridotto numero di clienti per il distanziamento tra gli appuntamenti e i tempi molto più lunghi per la sanificazione degli ambienti tra un trattamento e l’altro stanno riducendo del 50{b35c1e45cb385639600882afa3c3e77d9bceae41c873c5daf9ce0c719a1e8a38} i margini delle imprese del comparto. Molti dei nostri operatori ritengono di non poter sopravvivere a queste condizioni”.

A lanciare un grido d’allarme è Chiara Pengo, responsabile nazionale estetiste Confesercenti Immagine e Benessere che sottolinea che se non si interverrà con finanziamenti a fondo perduto e misure straordinarie tra qualche mese il settore sarà al collasso.

“I protocolli imposti dall’emergenza, essenziali per la tutela dei nostri clienti – sottolinea Pengo – ci stanno facendo vivere il momento dell’anno per noi più produttivo, ossia la primavera, con i medesimi ritmi dell’autunno-inverno. Nonostante i clienti ci contattino siamo costretti a rimandare gli appuntamenti e a dire dei no. I centri estetici hanno sopportato un grandissimo sacrificio ed oggi rischiano di non sopravvivere se il Governo non li sostiene concretamente”.

“Malgrado l’aumento delle spese di gestione e le difficoltà i nostri operatori hanno scelto di non aumentare i prezzi”, prosegue la responsabile del settore estetica Confesercenti. “Le nostre imprese mettono da sempre la sicurezza dei clienti al primo posto, ma questa fase due avrà un forte impatto sui fatturati dei nostri centri. Se non si interverrà in termini di liquidità a fondo perduto e con misure straordinarie di sgravio fiscale, richieste che abbiamo formulato fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, tra qualche mese il comparto sarà al palo”.

“Il settore dell’estetica – conclude Pengo – per professionalità e capacità dei suoi operatori è centrale per la nostra economia. Per questo ribadiamo che non si possono mettere tante pmi a rischio di sopravvivenza: sarebbe un danno per la ripresa del sistema Paese. Occorre subito definire strumenti per sostenere le imprese in questa delicata ripartenza”.