A distanza di quasi un anno dall’inizio della pandemia e del lockdown, come Sindacato che raggruppa al suo interno le diverse categorie del settore benessere, ci preme sottolineare quanto segue:
Le nostre imprese, pur essendo state, ad eccezione dei centri estetici, salvaguardate dalla chiusura scattata nella seconda parte dell’anno, a seguito delle istituzioni delle aree (gialle, arancioni e rosse), ritengono che la persistente istituzione delle predette zone o di ipotetici nuovi lockdown, danneggino sempre di più la nostra economia ed in generale il sistema Paese.
È necessario riaprire immediatamente tutti i comparti economici del Paese, altrimenti la nostra economia è destinata ad un punto di non ritorno.
Il nostro paese, le nostre vite devono ritornare, in tutta sicurezza, alla normalità.
Le scuole, i bar e ristoranti, la cultura, dai musei ai teatri ed ai cinema, devono poter aprire la sera, perché il virus non si trasmette solo durante le ore notturne, vincere la paura che rappresenta la più grande minaccia, pur attenendoci sempre strettamente alle basilari misure di precauzione.
Chiediamo che gli operatori del benessere siano considerati, per la peculiarità del loro servizio, fra le categorie che dovrebbero essere sottoposte alla vaccinazione il prima possibile, perché strettamente connesse ai bisogni delle persone.
Concepire, per ancora un po’ di tempo, una normalità convivendo con il virus.
Tutte le imprese devono poter ripartire, non ci possiamo permettere un nuovo lockdown.
Riteniamo positiva la recentissima sentenza del TAR del Lazio, di cui abbiamo dato ampia comunicazione tramite l’Ufficio Legislativo proprio ieri, e con cui abbiamo collaborato nella stesura della stessa, ma siamo molto amareggiati, e riteniamo sbagliato delegare alla magistratura amministrativa, nonostante i nostri ripetuti appelli e protocolli condivisi la scelta e la decisione politica.
Ora dobbiamo ripartire, per tutte le considerazioni sopraesposte, chiediamo al nuovo Governo Draghi di considerare il nostro settore non più un settore “secondario”, ma primario per tutte le nostre implicazioni di natura economica e culturale e sociale.
Il primo nodo è il superamento della politica dei ristori che sono stati pochi, insufficienti ed irrisori.
Chiediamo risarcimenti veri e cospicui che tengano conto del reddito annuale parametrato al 2019. Su questo la Direzione Nazionale si sta battendo per ottenere che il risarcimento sia in considerazione di questi criteri.
Abbassamento aliquote IVA, è questo un nostro grande cavallo di battaglia per il settore del benessere, siamo stati i primi a denunciarlo ed a proporlo in alcune nostre riunioni di Presidenza.
Siamo stati entusiasti che la Presidente De Luise, subito dopo l’incontro con il Presidente Draghi, a Palazzo Chigi, insieme al Direttore e Segretario Generale, abbia in conferenza stampa, ribadito la necessità dell’abbassamento dell’IVA per tutte le categorie rappresentate, così come avviene in tutta Europa dove l’IVA è decisamente molto bassa e non grava pesantemente sulle imprese e sulle famiglie.
L’abbassamento di questa imposta darebbe sicuramente nuovo impulso all’economia ed al mercato interno.
Così come le cartelle esattoriali che stanno per essere spedite anche ai nostri operatori.
Ci domandiamo se sia giusto ed etico dopo un anno orribile, di forzata e prolungata chiusura, in cui il reddito si è completamente azzerato per tante imprese, pretendere da parte dello Stato ed Enti locali il pagamento delle tasse e tributi a vario titolo.
Aiutare con contributi a fondo perduto le attività del benessere ed in particolare, i centri estetici, che nei centri delle grandi città sono chiusi da un anno, e fra tutte le nostre categorie sono state le più colpite, a riaprire con finanziamenti a fondo perduto immediati e speciali.
Ricostruire l’Italia, il tessuto produttivo e commerciale del Paese, ridare ottimismo e speranza a tutti i cittadini, le nostre categorie sono pronte a ripartire con nuovo entusiasmo.
Noi ci siamo, e pieni del nostro senso di responsabilità ed collaborazione che ha contraddistinto le nostre imprese ed il sindacato durante tutto il periodo di pandemia nella stesura e condivisione dei protocolli di sicurezza, vogliamo e chiediamo di essere al centro della ripartenza e della ricostruzione del Paese.