Abruzzo: aumentano parrucchieri ed estetiste in nero, l’allarme di Confesercenti

La rabbia degli operatori regolari: noi chiusi e gli abusivi fanno servizi a domicilio. Confesercenti – Immagine e Benessere: pronti a denunciare abusivi e clienti

Questo periodo di emergenza per il coronavirus, nel settore del benessere e della cura della persona, è allarme per il proliferare di abusivi ed irregolari, che offrono servizi itineranti e a domicilio per il taglio dei capelli, manicure e trattamenti estetici. Responsabilmente, gli acconciatori e gli estetisti sono stati tra i primi a chiedere la sospensione delle proprie attività di fronte alla diffusione crescente del coronavirus, lanciando così un importante segnale di attenzione alla salute delle persone e di tutela dei propri collaboratori.

Noi stessi, come Confesercenti Abruzzo, afferma Carlo Rossi, responsabile delle Sedi di Avezzano e L’Aquila, il 10 marzo 2020, abbiamo scritto al Presidente della Regione Marsilio, chiedendo l’emanazione di una Ordinanza, simile a quella della Regione Campania, per attuare misure più restrittive, prevedendo la chiusura obbligatoria delle attività del settore, nell’interesse dell’imprese e della salute degli operatori e dell’intera comunità. Successivamente, era loscorso 11 marzo, sono arrivati i provvedimenti del Governo che hanno sancito la chiusura delle attività del benessere e dei servizi alla persona, su tutto il territorio nazionale.

Ora, attacca Filiberto Figliolini, punto di riferimento del settore, nonché Responsabile Nazionale degli Acconciatori di Confesercenti Immagine e Benessere, sappiamo che il nostro è un settore da sempre sotto attacco degli irregolari (già alcuni anni fa, la Confesercenti aveva acceso i riflettori sul tema dell’abusivismo nel mondo del Benessere, con una campagna di comunicazione mirata, in collaborazione con il Comune di Avezzano), ma in questo momento di emergenza sanitaria, che sta penalizzando prepotentemente le nostre imprese, non possiamo tollerare che operino indisturbati gli abusivi e gli irregolari, vale a dire tutti coloro che, da sempre, non pagano le tasse, e che oggi non rispettano le norme igienico-sanitarie e tantomeno il decreto che impone la chiusura dei servizi alla persona. Un comportamento da stigmatizzare sia per la gravità di un fenomeno che, proprio in queste circostanze rivela ancor di più la propria assurdità, sia per la minaccia alla salute pubblica che può derivare dalla trasmissione del virus.

Siamo chiusi in casa, ma non siamo diventati “scemi”, prosegue Figliolini. Vediamo quello che accade nelle nostre città e nei paesi, riceviamo molte chiamate e messaggi da colleghi parrucchieri ed estetisti che, si rivolgono a Confesercenti, per segnalare come gli abusivi del settore non abbiano affatto terminato la loro attività. In barba ai divieti di spostamento e di distanza interpersonale, un numero crescente di abusivi operanti nel settore del benessere sembra ricevere in casa o andare presso il domicilio dei clienti, postando addirittura le foto dei lavori svolti sui social. Molti colleghi parrucchieri, chiusi per l’emergenza coronavirus, hanno incontrato clienti con i capelli in ordine e, purtroppo sono sempre più frequenti le segnalazioni di acconciatori che stanno continuando a lavorare in casa o a domicilio. Quindi parliamo non solo di abusivi, ma cosa ancora più grave, anche di colleghi professionisti regolari.

In questo scenario di emergenza costoro devono essere puniti severamente insieme a chi li utilizza, perché mettono a rischio la salute delle persone. Siamo di fronte ad un comportamento scellerato e irresponsabile. Come Associazione di Categoria, chiosano Rossi e Figliolini, invitiamo la cittadinanza ad anteporre la propria salute alla propria bellezza e le amministrazioni pubbliche a bloccare il fenomeno. Siamo pronti a segnalare alle forze dell’ordine gli abusivi ed i loro clienti. Provvederemo ad avvisare le autorità competenti perché procedano ai controlli per fermare questa situazione che danneggia tutta la collettività. È un problema, adesso, non solo di lavoro nero ed evasione fiscale, ma di salute pubblica.